STORIA del PARCO NAZIONALE dello STELVIO
Il Parco Nazionale dello Stelvio fu istituito con la legge n.
740 del 24 aprile 1935, ma dopo diversi anni di difficile programmazione
e di scarsi finanziamenti da parte dello stato, nel 1977 ha
allargato i suoi confini, portando la superficie tutelata da
95.000 a 135.000 ettari.
Il Parco si stende sui territori delle province di Sondrio,Brescia,
Trento e Bolzano. Confina con il Parco nazionale Svizzero dell'Engadina,
il Parco Adamello-Brenta e il Parco naturale dell'Adamello bresciano;
questo di fatto ha creato una delle più grandi aree protette
d'Europa. Dal 1995 la gestione del Parco Nazionale dello Stelvio
è affidata ad un Consorzio costituito dallo Stato, dalla
Regione Lombardia e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano.
Con la nascita del Consorzio si è cercato di armonizzare
la necessità di una gestione unitaria ma che tenesse
in giusto conto le aspirazioni delle popolazioni locali alla
salvaguardia delle loro tradizioni nonchè i suggerimenti
e le aspettative degli enti locali e delle associazioni ambientaliste
esistenti sul territorio.La sede centrale della direzione del
Parco si trova a Bormio,in provincia di Sondrio. Molteplici
i Punti Accoglienza e gli uffici di informazione disseminati
all'interno dei confini del Parco nelle quattro province di
pertinenza.
NATURA nel PARCO NAZIONALE dello STELVIO
L'ampia estensione del territorio del Parco dello Stelvio, determina
in esso la presenza di una vasta gamma di ambienti. Il variare
della quota da 600m. a quasi 4000m. s.l.m. consente la presenza
di circa duemila specie floristiche e di boschi di vario genere.
Troveremo zone difficilmente accessibili, ma anche, fitti e variegati
boschi di conifere, vasti altipiani, estesi pascoli, laghetti
alpini, zone umide, impervie creste rocciose, ghiacciai perenni.
L'esistenza di queste diverse nicchie ecologiche predispone anche
una notevole varietà faunistica. Il Parco è popolato
da tutti e quattro gli ungulati più importanti delle Alpi:
capriolo, cervo, camoscio e stambecco. Uccelli rapaci come l'aquila
reale ( simbolo stesso del parco) il Gipeto detto anche avvoltoio
degli agnelli, ma anche, il Gallo cedrone e numerose specie di
picchi sono facilmente individuabili nella parte bassa degli alberi
secolari, insieme a scioattoli, lepri e volpi ( una delle poche
specie di predatori sopravvissute nel Parco fino al limite dei
centri abitati). La vita degli uomini e degli animali si fonde in questo territorio
in cui si trovano anche molti paesi di montagna, il turismo, la
pastorizia e l'agricoltura fanno parte delle diverse facce dell'economia
alpina. Anche in prossimità delle vette più alte l'escursionista
può trovare baite e rifugi dove ripararsi, centri faunistici
organizzati per l'osservazione degli animali nel loro habitat
naturale e sentieri segnalati per conoscere meglio i percorsi
di notevole interesse del Parco. |